Chiedo perdono ai miei versi
poiché un animo insicuro
muove questa mano attrice.
Chiedo perdono
a chi mai leggerà
le parole del mio segreto informe
e mai teneri versi
lambiranno le inaridite
sponde del suo cuore.
Lapidate, o Muse, quest’ignavia
punite con l’oblio (e che mi perdoni)
costei, che non seppe
chiamarsi donna
e agli occhi del mondo nascose,
rossa in volto,
chi sempre fu e chi in eterno amò.