Archivio tag | Amore

E se non avessi le parole
per raccontare l’infinito
che s’affaccia nei tuoi occhi,
sento che potrei morire,
e morir d’immenso…

Ma è ancora troppo poco
il termine ‘”universo”
e piccolo l'”infinito”
per descrivere ciò che sento…
Troppo usata la “meraviglia”
e tetro lo “splendore”…

Non mi rassegno
che a quest”amore
manchino parole…
Ne inventerò di nuove,
e racconterò di te…
Oltre il Velo ora squarciato,
ciò che Amore e Vita
han rivelato…

Luisa Quarta

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Tu, già lontano.

addosso mi hai lasciato

l’Universo…

Un mondo, che in due mani

non contengo…

Mille volti ho veduto

e sorrisi,

e lacrime,

e sguardi…

Ma gli occhi tuoi soltanto

l’infinito han rivelato…

E giace silenzioso,

come magnanimo sovrano

che attende d’esser liberato.

E amore sarà. Se un giorno, donna davvero

E amore sarà.
Se un giorno,
donna davvero
e non dallo squarcio di un sogno,
nel giardino nutrito di sudore
innaffiando colori
di cui, oggi, non conosco il nome,
un caldo raggio di sole
illuminerà i tuoi passi
insperati ed attesi
e nelle tue mani
recherai una fresca rosa,
rosso pegno d’amore.
Mentre sorridi, come allora,
del mio rossore.

L.Q.

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Renoir, Conversazione col giardiniere

Piove… Fradici l’anima e il cuore come carta

Piove…
Fradici
l’anima e il cuore
come carta
dimenticata sull’asfalto
da scrittori distratti.
A braccia aperte,
sulla strada che é la mia
croce.
Fulmine,
incontro la tenera pelle
di una mano
mentre Dio
ascolta i miei palpiti
allo stetoscopio
del cielo…
Concedimi un ballo
anima battezzata
nelle lacrime,
un ballo in cui si muore
e sì rinasce
domani,
nell’alba…
L. Q.

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IL VEDOVO PAUL

In una goccia d’attimo
svanirono le tre direzioni
del Tempo,
Mary tra le sue braccia
aveva gli occhi di Alice,
e Paul,
Paul avrebbe scommesso che la sua mente
sarebbe schizzata via da quell’attimo
come un cavallo imbizzarrito
oltre lo steccato…
Credeva, il vedovo Paul,
che non ce l’avrebbe fatta,
ogni molecola del suo cranio
sarebbe esplosa nella notte…
Tetra meraviglia.
Le sue mani avrebbero stretto
quel collo di rabbia
fino a spegnerne lo sguardo.
Amare nuovamente si può
ma non gli stessi occhi,
non quell’espressione amata già.
Non gli stessi occhi,
pregò, implorò,
non gli stessi occhi,
ma Mary, povera Mary,
quello sguardo era anche suo
non l’aveva rubato,
ed era stato d’Alice un tempo,
ora, un tempo, ora ed allora
da impazzire, da impazzire,
o uccidere, o morire,
e avrebbe urlato
e pianse invece,
Paul, invece, pianse..
Gli occhi di Alice lo accarezzarono,
s’arresero,
se n’andarono…
gli occhi di Mary si intenerirono,
non capiva e non avrebbe capito mai
che ciò che ami torna,
e poiché è già trascorso
il suo momento più non aspetta.
E Paul,
Paul aveva vinto,
Paul aveva amato.

L.Q.

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